Kore è la fanciulla senza nome, figlia di Demetra, la grande madre, colei che dispensa le stagioni, la dea del grano e dei papaveri. Ed è proprio mentre coglie fiori che Kore viene rapita da Ade, signore del mondo sotterraneo, e condotta agli inferi. Ma è Ecate ad assorbire Kore, a trasformarla nell’essenza stessa degli inferi, a darle cioè la sua stessa forma. Ecate e Kore diventano così un’unica entità, un doppio che sarà la sposa infernale di Ade. Il dolore di Demetra è senza confini, tale da generare la fine di ogni ciclo di rinascita. Solo Baubò, figura grottesca di natura dionisiaca, riesce a farla ridere distogliendola per un attimo dal suo lutto e danzando oscenamente per lei. Gli dei intercedono presso Ade perché lasci Kore libera di tornare dalla madre. Ma è Ecate/Kore che si presenta a Demetra, e da questo incontro prende forma, nell’unione delle tre dee, una nuova creatura, la divinità della vita e della morte, della cura e della distruzione.
Nel mito di Demetra, legato alle prime esperienze artistiche che hanno dato origine al coro tragico e al teatro, si intrecciano i temi del gioco e della presenza della morte nei cicli della natura. Pragma. Studio sul mito di Demetra è il risultato del lavoro di ricerca condotto sulle fonti della sapienza greca e sugli studi filosofici di Colli, Kerényi e Nietzsche tra gli altri, una rielaborazione dei frammenti antichi in presenza del corpo in scena, attraverso le danze arcaiche e il potere archetipico della visione tragica.
regia Clemente Tafuri, David Beronio
con Roberta Campi, Domenico Carnovale, Luca Donatiello, Giulia Franzone, Alessandro Romi
produzione Teatro Akropolis