Un laboratorio del Teatro delle Ariette a Trasparenze Festival 2022
“Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Giuliano Scabia nel 2004. Forse in un certo senso siamo diventati amici. Da allora, nel mese di dicembre di ogni anno a seguire (fino al 2020), abbiamo cominciato a ricevere per posta un regalo di Giuliano: un libretto scritto da lui e illustrato da Riccardo Fattori. Erano “favole”, per essere più precisi “canti” (visto che questa parola era quasi sempre presente nel titolo), periodici tasselli del suo inafferrabile “Teatro Vagante”.
Dentro questi libretti c’è il confronto con tutta la tradizione delle favole, ma anche con quella di un teatro popolare orale antico e potente, reinventato e reso profondamente contemporaneo dalla meravigliosa immaginazione poetica e filosofica di Scabia.
Protagonisti un Cavaliere e il suo Cavallo, i racconti sono popolati di animali, fiumi, alberi e pianeti parlanti, di cavalli, cavalieri, tavole rotonde, gorilla e muratori, in una fantasmagorica girandola autobiografica immaginaria che porta sempre a un lieto fine sui monti dei nostri Appennini, sul passo di Pradarena, l’ultimo dell’anno, quando la Vita Vecchia cede il posto a quella Nuova.
L’allestimento dei Canti è un lavoro collettivo, corale, pieno di pensiero, gioco, energia e divertimento, perfetto per un gruppo di cittadini amatori, per un Teatro di Comunità.
Almeno questa è la nostra idea e così noi la immaginiamo, come una forma alta di teatro popolare che si ricongiunge, nell’essenza, alla radice dei “maggi” dei nostri Appennini.
Lavoreremo sull’ultimo Canto che Giuliano ci ha lasciato: “Il Canto del monaco Silvano”, scritto nel 2020.”
di e con Teatro delle Ariette