Alla fine di tutte le favole aspettiamo la frase “…e vissero per sempre felici e contenti” Nella vita reale, non è così semplice…
Alla guida di un’auto d’epoca, una coppia appena uscita dalla cerimonia di matrimonio, si trova ad affrontare un guasto in mezzo alla strada. Di fronte al primo imprevisto da novelli sposi, cercano una soluzione che non arriverà finché non riacquisteranno il senso di essere partiti insieme. In Felici per Sempre gli attori giocano tra la realtà e l’assurdo, mantenendo un linguaggio in sottofondo tra il clown, il teatro fisico e l’acrobatica. Qui l’auto diventa una metafora del rapporto amoroso, fatto di guasti, partenze e spinte, spesso nella direzione sbagliata. Un uomo ed una donna, scoprendo che la felicità non è una promessa ma una conquista. Una produzione che si delinea per semplicità, delicatezza e assurdità, come una poesia visiva.
PERCORSO DI RICERCA
Il progetto nasce intorno a un’auto d’epoca e alle possibilità che evoca, a livello di sperimentazione immaginaria e fisica. Una Topolino Giardinetta Belvedere del 1952, con la quale i personaggi si relazionano costantemente durante lo spettacolo. La durezza della carrozzeria contrasta con il romanticismo del design. Un’auto che sopporta la leggerezza dei sogni ed il peso dei corpi. Un palcoscenico perfetto per uno spettacolo di strada. Un veicolo che trasporta gli innamorati. Il motto perfetto per il nostro spettacolo. Abbiamo iniziato a giocare sulle varie possibilità di tentare di riparare l’auto, reagendo a tutti i conflitti che ne derivavano; aggiungendo, poi, uno studio sull’esplorazione della materia come spazio e oggetto della scena. Senza parole, il lavoro, inizialmente, si è basato sulla libera improvvisazione intorno al tema del matrimonio. La ricerca si è incentrata sulla loro possibile dinamica relazionale e di ruolo, sulla loro gestualità e sulla postura di ciascun personaggio di fronte ai primi imprevisti da novelli sposi. Abbiamo, attraverso il gioco, trovato personaggi con i loro contrasti e connessioni, partendo dalla classica postura dell’uomo e della donna di fronte alla loro auto che va in panne in un momento di grande euforia e felicità. La figura del clown rimane di sottofondo ai due personaggi apparentemente naturali e semplici ma, in fondo, folli e assurdi.
con Flavia Marco e André Casaca
produzione Teatro C'Art Comic Education e Teatro Do Sopro