Efo Yafo significa, in ebraico, "Dov'è Jaffa?" - una domanda esaminata attraverso lo smantellamento dei tropi e delle nozioni esistenti. Jaffa, una città che tra le sue decine di nomi ha quello di "Madre degli stranieri", si trova al centro tra Damasco, Gerusalemme e Il Cairo. In una città come questa, antica quasi quanto l'umanità, costruita strato su strato, ci si può solo aggrappare alla fede, a una narrazione, a una storia di continuità che si estende da un passato profondo, attraverso un presente frenetico e verso il futuro. Questa città è una scatola nera che documenta la verità della storia, della violenza e delle possibilità future. Da questa scatola nera emergono quattro voci che cercano di raccontare al pubblico una storia assolutamente necessaria. Queste voci sono l'incarnazione e la manifestazione di quattro forze tanto mitiche quanto concrete: la depressione, la visione, il denaro e l'orizzonte. Sono anche fratellastri che lottano l'uno contro l'altro fino alla morte nel tentativo di conquistarsi l'amore materno. Questa lotta, e l'amore che essa racchiude, si svolgono in estrema vicinanza: pelle contro pelle, parola contro parola.
L'opera utilizza le tradizioni della poesia, della parola, delle arti marziali e della musica dal vivo per esaminare l'idea di fede, le sue origini e il suo potenziale.
scritto e diretto da Neta Weiner
partner creativi e interpreti Samira Saria, Benjamin David Elder, Rony Ben-Hamou
coreografia Stav Marin
consulente per la scrittura Roy Hen
drammaturgia Raz Weiner
produzione Tali Konigzberg
disegno Yair Vardi
rappresentanza e amministrazione Dalit Itai