La vita di Dante fu intessuta di politica: al servizio della sua Firenze prima e, sognando un’Italia unita e pacificata sotto lo stendardo imperiale poi, una volta cacciato in esilio.
Poco in realtà sappiamo della sua vita da esule e dei compromessi che questa comportò. Ma ci piace immaginarlo “con la schiena dritta”, incapace di farsi traviare dalla necessità politica e dalle tentazioni della realtà.
Quello che veramente sappiamo del poeta è l’amore e la rabbia che provava per la città, quello che veramente sentiamo di Dante è ciò che ha scritto nelle sue opere, prendendo posizione contro una società che sembrava aver perso il lume dell’etica, la bussola del bene comune. Come la nostra?
MASSIMO MARINO
È critico teatrale e saggista. Scrive per la pagina culturale del “Corriere di Bologna” e per riviste e pubblicazioni specializzate, come www.doppiozero.com. Ha insegnato Drammaturgia musicale al Conservatorio di Bologna, al Dams di Bologna e al master in Critica giornalistica dell’Accademia nazionale di arte drammatica “Silvio D’Amico”.
incontro con Marco Martinelli
a cura di Massimo Marino