I figli della frettolosa è uno spettacolo che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”. In un mondo ipereccitato dal bombardamento di immagini e suoni, che sempre più neutralizzano i nostri sensi forti, vista e udito, l'attenzione dell'individuo è sempre più distante dalla vera conoscenza dell’essere, dell’esistenza.
Il punto di vista qui è allora quello di un cieco, di chi guarda ma non vede, percependo la realtà circostante in modo differente. La cecità è messa in scena allo stesso tempo come esperienza di vita reale, fisica, e come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona.
Anche questa volta la riflessione sul contemporaneo parte dalle esperienze personali di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, dall’osservazione e dall’ascolto della realtà che li circonda ma, a differenza dei precedenti lavori, i ciechi in scena questa volta saranno molti.
Bastoni bianchi e occhiali scuri, andatura traballante e movimenti timorosi, ma anche ostinazione, entusiasmo, desiderio di rivalsa: un coro di ciechi come emblema di umanità, allegoria di una società smarrita e insicura, mai arrendevole.
Uno spettacolo che ha più il sapore di un evento speciale, che integra il lavoro del teatro alla vita della comunità, che mette insieme attori professionisti e cittadini comuni, vedenti o ciechi che siano, che miscela una struttura drammaturgica definita con i vissuti particolari dei diversi partecipanti.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito su prenotazione e prevede l’audio descrizione per il pubblico cieco e ipovedente e i sopratitoli in doppia lingua italiano-inglese per il pubblico sordo, ipoacusico e straniero.
testo e regia Gabriella Casolari e Gianfranco Berardi
con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Pasquale Gallo Ludovico D'Agostino, Flavia Neri, Silvia Zaru
e con un coro di attori non vedenti e ipovedenti
produzione Compagnia Berardi Casolari, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
con il sostegno di Sardegna Teatro, Teatro dell'Elfo
con il contributo dell'Unione Italia Ciechi e Ipovedenti