I tre porcellini è un classico della tradizione inglese la cui prima versione risale al 1843 circa, quando O. J. Halliwell la inserisce all’interno delle sue Nursery Rhymes and Nursery Tales.
Da quel momento in poi man mano che si è tramandata di generazione in generazione. Ma è proprio a quella prima stesura della fiaba a cui la compagnia si è ispirata per rappresentare la vicenda di questi tre fratellini che si trovano ad avere a che fare con il loro (e nostro) più feroce nemico: il lupo.
Per difendersi da questo essere malvagio il porcellino più piccolo costruisce una cassetta con la paglia e il mediano con la legna: entrambi ergono i loro rifugi in fretta, in modo da poter rimanere più tempo possibile per dedicarsi ai giochi. Pagheranno la loro superficialità quando il lupo, distruggendo le case in un sol soffio, se li mangerà avidamente.
Il fratellino più grande invece, con fare saggio e prevedendo la pericolosità e l’astuzia del lupo, costruisce una solida casa di mattoni e, alla fine riesce a sconfiggerlo. I tre porcellini insegna in modo molto divertente e drammatico, soprattutto rivolgendosi ai bambini più piccoli, che non bisogna essere pigri e prendercela comoda, potrebbe essere molto pericoloso: il senso della storia è di far capire che la sopravvivenza dipende da un lavoro unito alla capacità di essere previdenti. Le case che i tre porcellini costruiscono simboleggiano il progresso dell’uomo nella storia, nel corso della propria vita; con il terzo porcellino si arriva alla maturità, all’intelligenza, attraverso le quali è possibile sconfiggere potenze forti e insidiose.
I tre porcellini è un classico della tradizione inglese la cui prima versione risale al 1843 circa, quando O. J. Halliwell la inserisce all’interno delle sue Nursery Rhymes and Nursery Tales.
Da quel momento in poi man mano che si è tramandata di generazione in generazione. Ma è proprio a quella prima stesura della fiaba a cui la compagnia si è ispirata per rappresentare la vicenda di questi tre fratellini che si trovano ad avere a che fare con il loro (e nostro) più feroce nemico: il lupo.
Le fiabe sono fatte per essere raccontate ai bambini, e diversi sono i modi per poterle raccontare, in tante maniere si possono incantare i bambini; per la fiaba forse il più comune è quello della narrazione (anche i genitori leggendo le fiabe ai figli diventano narratori, cercando di raccontare i fatti creando un’atmosfera che catturi l’attenzione di chi l’ascolta, interpretando i personaggi differenziando le voci…), ma Danilo Conti ha scelto di proporla attraverso un linguaggio in cui l’attore in scena agisce e interagisce con tanti elementi, manipolandoli, giocando con essi.
testo e regia Danilo Conti e Antonella Piroli
con Alessandro Accettella e Stefania Umana
pupazzi Brina Babini
scene Tanti Cosi Progetti
musiche Davide Castiglia
luci Roberto De Leon
produzione Teatro delle Marionette degli Accettella
tecniche: teatro d’attore e di figura
età: dai 3 anni