Babilonia Teatri parte dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo il 25 gennaio 2016. Per costruire uno spettacolo che ci mette davanti un cittadino italiano, con passaporto italiano, che subisce lo stesso trattamento che generalmente spetta agli egiziani invisi al regime. Sul palco, a cantare contro i regimi, c’è Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la voce della rivoluzione, dal 2014 in esilio con sulla sua testa un mandato di cattura per terrorismo, cantore da sempre di libertà e giustizia per il suo popolo. Le canzoni di Ramy danno voce a domande profondamente concrete e politiche: “Cosa significa Stato. Cosa significa giustizia. Cosa significa potere. Cosa significa polizia. Cosa significa processo. Cosa significa legalità. Cosa significa carcere. Cosa significa tortura. Cosa significa opinione pubblica. Cosa significano giornalismo e libertà d'informazione”. L’intento ultimo è una riflessione su quali siano le priorità e quali i valori che lo Stato pone a suo fondamento, quali gli obiettivi che persegue e i diritti che tutela.
di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
con Ramy Essam, Enrico Castellani, Valeria Raimondi e Amani Sadat, Luca Scotton
coordinamento tecnico dell’allestimento Marco Serafino Cecchi
assistente all’allestimento Giulia Giardi
luci Babilonia Teatri/Luca Scotton
direzione di scena e video design Luca Scotton
fonico Daniele Santi
cura della produzione Francesca Bettalli e Fabrizia Bettazzi
amministratrice di compagnia Elena Tedde Piras
ufficio stampa Cristina Roncucci
foto Eleonora Cavallo
video documentazione Ivan D’Alì
grafica ed editing Veronica Franchi
produzione Teatro Metastasio di Prato