È una straordinaria figura di narratore – nello stesso tempo arcaica e modernissima – che può prendere forma in un lavoro di drammaturgia basato sul lavoro di John Steinbeck. E forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello.
Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Raccontando i motivi di una delle più devastanti migrazioni di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio dà vita ad un one man show epico e lirico, realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità. (Emanuele Trevi)
dal romanzo di John Steinbeck
ideazione e voce Massimo Popolizio
adattamento Emanuele Trevi
musiche eseguite dal vivo Giovanni Lo Cascio
suono Alessandro Saviozzi
luci Carlo Pediani
assistente alla regia Giacomo Bisordi
creazioni video Igor Renzetti e Lorenzo Bruno
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale