Il percorso di una persona attraverso la fama - parola quanto mai controversa - può diventare una parabola nella quale più persone possono riconoscersi: la vita, generalmente, consiste nel sopravvivere lasciandosi dietro macerie. Tutto questo è terribile, ma fa anche ridere. La parte che fa ridere è quella che ancora non è stata del tutto compromessa da un sistema tarato per appiattire tutto, per rendere tutto omogeneo e inoffensivo. Mentre il successo, che da fuori sembra spensierato e piacevole, da dentro è terribile come tutto il resto, anche se in modo diverso.
E poi, infine, c’è il teatro.
Uno spettacolo che nasce da un’amicizia lunga venticinque anni su trentacinque, quella tra Lodo Guenzi e il regista Nicola Borghesi che hanno lavorato sull’autobiografia di una persona abbastanza famosa, Lodo, il che la rende da una parte potenziale oggetto di interesse per un numero maggiore di persone, dall’altra aumenta la diffidenza per il genere, dall’altra ancora permette di vedere dall’interno posti, come Sanremo o X-Factor, che di solito si vedono nella loro versione confezionata per il pubblico.
di Nicola Borghesi e Lodo Guenzi
consulenza drammaturgica Daniele Parisi e Gioia Salvatori
con Lodo Guenzi
regia Nicola Borghesi
produzione Argot Produzioni, Infinito Produzioni