Dopo aver indagato la figura evanescente dei padri contemporanei, il secondo capitolo della trilogia In nome del padre, della madre, dei figli sposta la lente di ingrandimento sulla figura della madre.
Una figura che, per buona parte degli italiani, ha mantenuto costante nel tempo una sorta di sacralità e onniscienza che la rende ingiudicabile, al di sopra del bene e del male. Una visione patologica – tutta nostrana – che impedisce a una donna di dichiarare, e sanamente, la propria fragilità di fronte al compito materno, costringendola a dover esser madre “per sempre”.
Mario Perrotta
La maternità non è un’esperienza di centramento ma di decentramento. È la gioia nel vedere il proprio frutto imparare a camminare o a parlare, nel vederlo entrare nel mondo. Ma quando la maternità diventa patologia si passa dalla madre simbiotica dell’epoca patriarcale – la madre che non lascia andare il proprio figlio, la madre del sacrificio che vive la propria maternità come cancellazione della donna e dei suoi desideri – alla madre narcisistica, che vive la maternità come un handicap, una lesione, una ferita al proprio essere donna.
Il figlio non è più ciò che completa il suo essere ma è vissuto come un ingombro alla propria affermazione personale. Mentre nella madre patriarcale la madre uccide la donna, nella madre ipermoderna e narcisistica è la donna che uccide la madre. Nello spettacolo di Mario Perrotta la grande intuizione drammaturgica è la messa in scena non della madre tout court ma della madre come maledizione che passa attraverso le generazioni, da nonna a nipote, una verticalizzazione profonda della questione materna che la psicoanalisi conferma sistematicamente: una donna può vivere in modo libero, creativo, generativo il rapporto con i propri figli solo quando ha chiuso il lutto della propria madre.
Massimo Recalcati
uno spettacolo di Mario Perrotta
consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati
con Mario Perrotta e Paola Roscioli
e con Yasmin Karam
aiuto regia Yasmin Karam
scene Mario Perrotta
costumi Sabrina Beretta
video artist Hermes Mangialardo
effetti speciali Laura Soprani, IMA Sfx Studios
foto Luigi Burroni
produzione Teatro Stabile di Bolzano, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
nell'ambito de La trilogia della famiglia