Baccanti ci appare oggi una tragedia misteriosa e rivoluzionaria in cui l’autore sembra rinunciare definitivamente all’idea che vi sia una forza ordinatrice alla base del Cosmo.
Nello spettacolo il dio Bacco è un’entità androgina ed eversiva, il regista che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi, che gioca a dadi le vite degli uomini e si diverte.
Questa tragedia è attraversata da un rito arcaico di smembramento e rigenerazione, misterioso e radicato nella nostra cultura. Siamo nella stanza di un museo, qui si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri e dove regnano metamorfosi e travestimento. Streghe e femmine folli di Dioniso, le Baccanti sono un piccolo esercito impeccabile di principesse-inservienti pronte a danzare e a sbranare, sfuggono allo stereotipo dello sguardo maschile e sono libere.
Baccanti è la celebrazione del mistero prepotente di Dioniso, della Zoé che non ha morale, la cui sacerdotessa è la potenza dell’imprevedibile forza eversiva femminile. Baccanti è una distruzione e una rinascita, un’opera in cui Euripide sembra esprimere l’intuizione che nella cultura occidentale stia avvenendo una fine e un nuovo inizio. (Laura Sicignano)
di Euripide
traduzione e adattamento Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
regia Laura Sicignano
con Aldo Ottobrino, Manuela Ventura, Egle Doria, Lydia Giordano, Silvia Napoletano, Alessandra Fazzino, Antonio Alveario, Franco Mirabella, Silvio Laviano
musiche originali eseguite dal vivo Edmondo Romano
produzione Teatro Stabile di Catania