Maximilian-Francois-Marie-Isidore de Robespierre aveva molti nomi, un fratello e anche due sorelle, di cui una sarà scrittrice. Malgrado questa verità storica lo spettacolo non racconta la loro storia. Il nome Robespierre è usato semplicemente per la sua capacità evocativa, è un cognome che subito spaventa quanto una ghigliottina. Ingrediente fondamentale di questo spettacolo è infatti il Terrore: in una cupa prigione femminile, mentre la cittadina Champignon legge la lista delle prossime condannate, una madre e due figlie (di cui una di cartapesta) si fanno coraggio, rimpiangono la loro spensierata vita, sperano nell’arrivo della Grazia ma soprattutto si fanno a pezzi con rivelazioni crudeli e sconvolgenti. L’Ancien Régime è al suo tragico epilogo ma le nostre eroine non hanno tempo per preoccuparsi del Terzo Stato in ascesa. Sono i loro amori infelici quelli che, prima della lama del boia, gli hanno già fatto perdere la testa.
con Alessandro Fullin e Simone Faraon
testi e regia Alessandro Fullin
direzione artistica Sergio Cavallaro
costumi Monica Cafiero
produzione Musa Produzioni Srls