Rigoletto è un monologo, quindi per farlo c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa, spirito e materia. È uno dei motivi che mi ha spinto a questa impresa, poter rivestire la pelle di un altro e starci dentro dall’inizio alla fine. La proposta fattami dal Teatro Regio di Parma di occuparmi, a mio modo, di una “rilettura” di un’opera di Verdi la potevo risolvere con un reading, lettura più musica e via così. Mi son detto che era l’occasione buona per osare un personaggio e incarnarlo, tornare a mettere mano a tutte le cose che ho imparato strada facendo sul mestiere antico dell’attore e provare a costruirci un testo scritto, un bel canovaccio su cui giorno dopo giorno creare un dire per niente letterario, ma concreto, materico. La seconda motivazione è stata la mia passione per il mondo del circo, di quei circhi piccoli, non eclatanti; preferisco la rozzezza faticosa ma meravigliosa di quelli dove chi strappa i biglietti te lo ritrovi dopo vestito da pagliaccio e il trapezista sa anche fare giocolerie, esseri nomadi. Mi prende uno struggimento totale quando varco quei tendoni, a percepire la fatica quotidiana di un vivere precario ma impeccabile. Volevo fare un omaggio alle cadute, alle sospensioni, alle mancanze di appoggi. Marco Baliani
di e con Marco Baliani
e con Giampaolo Bandini, chitarra – Cesare Chiacchiaretta, bandoneon
musiche di Giuseppe Verdi, Nino Rota, Cesare Chiacchiaretta
produzione Società dei Concerti di Parma
distribuzione Parmaconcerti s.r.l.