Elio Germano e Teho Teardo portano in scena Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini in una versione di parole e musica. Tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni vivono la loro breve giovinezza affrontando il mondo: l’indigenza delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico.
Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti.
Vista oggi è una specie di rotta balcanica al contrario che attraversa il medesimo confine che attualmente i profughi in fuga percorrono per venire in Italia. Forse lo abbiamo dimenticato, ma c’è stato un momento, non molto tempo fa, in cui eravamo noi a ricorrere ai passeur.
di e con Elio Germano e Teho Teardo
liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini
una produzione Pierfrancesco Pisani
per Infinito Teatro e Argot Produzioni
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
con il contributo di Regione Toscana